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  • 06.07.2023

I Cosmetici Biologici secondo Fabrizio Zago

I cosmetici biologici sono, per forza, “buoni”? Me lo chiedo ogni mattina e la risposta quotidiana che mi do è no!

 

Non è vero che tutto ciò che è naturale, in questo caso addirittura “biologico”, sia per forza biodegradabile, poco o pochissimo tossico e che abbia delle performance straordinarie. Anche l’ Amanita phalloides (fungo velenosissimo) è naturale, lo è anche il curaro e la cicuta ma con nessuno dei tre mi farei un colluttorio o un tonico, troppo tossici! I tannini del legno cioè il colorante naturale del legno, sono scarsissimamente biodegradabili.

 

Ora voi penserete che tutte queste sostanze sono proibite per l’uso cosmetico, vero! Che nessun pazzo le impiegherebbe, anche questo è assolutamente vero. Tuttavia occorre chiarire da subito che “naturale = buono” non è una equazione corretta.

 

Un cosmetico naturale e biologico per essere “buono” deve essere formulato con attenzione, anzi con particolare attenzione. Il motivo di questa affermazione è che i principi attivi biologici sono straordinariamente efficaci ed attivi, dunque impiegare delle dosi errate, introdurle in un sistema non adatto può provocare dei danni anche seri.

 

Faccio un’ultima considerazione: la febbre da fieno è provata dal naturalissimo fieno. La natura ci offre infinite armi cosmetiche ma dobbiamo saperle utilizzare. L’industria cosmetica mondiale si è basata ed in buona parte si basa tuttora, sulla ricerca di sostanze che diano un contributo visibile, rapido all’azione cosmetica che viene dichiarata. Per ottenere questo risultato i ricercatori si sono basati sulla eredità del mondo farmaceutico. Usando come basi le pomate, le emulsioni, gli unguenti da farmacia. Successivamente si è passati ad un affrancamento del settore con la ricerca di principi attivi, di emollienti, di emulsionanti eccetera specificatamente destinati all’uso cosmetico.

 

Da qualche anno si assiste all’avvento di formulati “Biologici”. A dire il vero i primi erano delle vere e proprie “Biofurbate” si prende una crema normale, ci si mette un pochino di estratto vegetale ed ecco fatto il cosmetico natural-eco-biologico. Fortunatamente i consumatori di questo tipo di cosmetici sono particolarmente attenti e dunque riescono, anche con strumenti presenti in internet, a scovare i biofurbi e a non farsi prendere in giro. Giocoforza le industrie (prima le piccole e poi, adesso, anche le grandi e grandissime) hanno capito che c’è un enorme potenziale di business, di profitto e dunque lavorano sempre più nel comparto del cosmetico biologico.

 

E’ assolutamente indispensabile che questo avvenga, che si passi cioè dalla fase artigianale a quella scientifico-industriale. Solo in questo modo faremo quel salto di qualità che garantisca al consumatore un prodotto realmente efficace e sicuro. E’ così che stanno andando le cose.

 

Cosa ha in più un cosmetico biologico (ben fatto) rispetto ad uno tradizionale? Cerco di fare un esempio. Se vengo chiamato a formulare una crema lenitiva posso usare un principio attivo che si chiama Bisabololo. Molto efficace, facilmente disponibile e non particolarmente costoso. La mia crema avrà quindi un “solista”, il Bisabololo in grado di svolgere la sua azione. Il Bisabololo è contenuto nella Camomilla e quindi io posso formulare la mia crema con l’estratto di questa pianta ottenendo lo stesso risultato funzionale. La differenza è semplice: il Bisabololo è un solista mentre l’estratto è un’orchestra. Possiede decine di sostanze, oltre allo stesso Bisabololo, che coadiuvano, sinergizzano, aiutano e completano l’azione della sostanza funzionale. Questo è il più grande vantaggio di un cosmetico biologico!

 

Un altro enorme vantaggio è che il cosmetico biologico deve contenere delle sostanze vegetali derivate da coltivazioni biologiche (quando disponibili) e quindi l’estratto o il principio attivo non conterrà pesticidi, veleni, anticrittogamici e via dicendo che vengono usati in agricoltura. Questo è un aspetto importante perché sappiamo bene quali problemi questi veleni possono causare alla salute umana.

 

Il cosmetico biologico inoltre deve rispettare alcune regole extra quali l’esclusione di molte sostanze certamente pericolose o sospettate di esserlo (principio della precauzione). I cosmetici tradizionali ad esempio impiegano una sostanza, il BHA (butil idrossi anisolo), che è sospettato di essere un “disturbatore endocrino”. I formulatori tradizionali usano la sostanza per impedire l’ossidazione (irrancidimento) della emulsione o dell’olio cosmetico. Certamente le dosi di BHA o di BHT impiegate rientrano nei limiti imposti dalla Legge e quindi non rappresentano un problema. Tuttavia quello che il valutatore della sicurezza del cosmetico non potrà mai sapere è quanti cosmetici contenenti BHA il consumatore utilizza in un breve lasso di tempo e quindi quale effetto accumulo ci potrà essere. Ebbene, i vari disciplinari Biologici escludono l’uso di queste sostanze e quindi ci potrà essere un leggero cambiamento di colore della crema, forse il profumo non sarà così efficace e puro, ma almeno non accumuleremo dei disturbatori endocrini nel nostro corpo.

 

Il mercato offre una gamma di prodotti biologici crescente, ognuno di noi li può acquistare anche nei supermercati oltre che nelle erboristerie e negozi specializzati. L’offerta si articola in due segmenti principale: i cosmetici non certificati e quelli che invece hanno un bollino che ne certifica il rispetto ad un preciso disciplinare. Dei cosmetici privi di certificazione o che hanno una “auto certificazione” direi di diffidare perché non ci offrono nessuna certezza. I cosmetici certificati, che sono comunque la maggioranza, riportano il logo dell’ente che li ha certificati, lo si riconosce subito.

 

Per il nostro paese, l’Italia, la maggioranza di prodotti certificati riporta il marchio ICEA (Istituto di Certificazione Etica e Ambientale), in Francia il logo più diffuso è quello di ECOCERT, in Inghilterra Soil Association ed infine in Germania è il BDHI. Ce ne sono altri ma nettamente meno importanti. Uno vale l’altro? No! Ognuno ha delle regole proprie ed una impostazione che può essere più o meno restrittiva in relazione alla “storia” biologica del paese in cui sono nate. Non credo interessi a molti conoscere le differenze, tra l’una e l’altra, perché si tratta di un lavoro da specialisti. Quello che invece vale la pena ricordare è che tutti questi Enti hanno convenuto che si dovesse passare dal livello nazionale a quello europeo e quindi, dopo anni di lavoro, non sempre semplice, si è giunti ad un accordo che rappresenta il nuovo sistema di certificazione biologica europea. Si chiama COSMOS e proprio in questi giorni verrà definitivamente approvato.

 

Tra qualche tempo, non molto spero, cominceremo a vedere dei cosmetici con questo logo e quindi in linea con i principi europei del cosmetico biologico. E’ un passo in avanti assolutamente degno di nota. La sola altra certificazione a livello europeo che si avvicina a questa è la certificazione di qualità ecologica europea Ecolabel. Mentre le certificazioni Biologiche prestano molta attenzione all’origine delle materie prime impiegate, la loro coltivazione, il modo con cui vengono trasformate eccetera, Ecolabel considera principalmente il destino delle sostanze una volta che raggiungono i mari i laghi e i fiumi. Quanto male fanno agli organismi acquatici.

 

Arrivati a questo punto possiamo chiederci: ma quale sarà, che caratteristiche deve avere il cosmetico perfetto? - deve essere certificato sia sul versante biologico (COSMOS che li racchiude tutti) ma anche Ecolabel in modo che sia l’ottenimento delle materie prime che il loro impatto sulle acque sia il meno invasivo possibile. - non deve contenere decine di estratti vegetali. Due o tre al massimo. Metterne di più significa che di ognuno ce ne sarà pochino (dunque inutile) ma si avranno, eventualmente, più occasioni di allergia. - le confezioni devono essere le più grandi e semplici possibile. In questa maniera si spreca meno materiale ferma rimanendo la funzione del prodotto. - infine devono costare non dico poco ma almeno su un livello paragonabile ai prodotti tradizionali. Se la naturalità, l’ecologia, la biologicità rimane un mercato precluso per la maggioranza dei consumatori, se serve un mutuo per acquistare una crema biologica, esso rimarrà una nicchia dorata ma non diventerà mai di massa e solo la massa cioè i grandi consumi possono realmente e concretamente cambiare le cose per la salute del nostro pianeta e di noi stessi.

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