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  • 03.12.1444

SODIUM ISETHIONATE QUESTO SCONOSCIUTO

Nel database di EcoBioControl, questa sostanza è classificata col pallino giallo e viene definita “sostanza parzialmente sintetica”.

Alcuni altre app, quelle zeppe di pubblicità, hanno un atteggiamento accondiscendente. A noi piace spiegare le cose e lo facciamo volentieri perché questa sostanza è sempre più utilizzata per fabbricare i saponi, shampoo, detergenti solidi eccetera.

Vale la pena approfondire e come al solito, non imporre nulla ma solo uno strumento in più per fare le proprie scelte in modo consapevole.

 

 

INCI: SODIUM ISETHIONATE

Numero CAS: 1562-00-1

Numero EINECS: 216-343-6

Restrizioni ANNEX: nessuna

Funzione: CONDIZIONANTE PELLE, ANTISTATICO, LAVANTE, CONDIZIONANTE CAPELLI

 

EC: Sodium 2-hydroxyethanesulphonate

IUPAC name: sodium 1,4-bis[(2-ethylhexyl)oxy]-1,4-dioxobutane-2-sulfonate

Sodium ethyl-2-sulfolaurate

 

sodium isethionate

Nelle varie registrazioni REACH questa sostanza NON è classificata, quindi nessun pericolo per la pelle o gli occhi.

 

Biodegradabilità in acqua (aerobica): Readily biodegradable (100%)

 

Per valutare la biodegradabilità anaerobica si deve considerare la capacità di assorbimento, che può essere stimata mediante il log Pow (coefficiente di ripartizione ottanolo/acqua), dove Pow < 2 è considerato come «basso livello di assorbimento», Pow < × < 4 è il «livello medio di assorbimento» e Pow > 4 è il «livello elevato di assorbimento».

La sostanza di cui stiamo discutendo ha un Log Pow -4.6 a 20 °C con pH 7.5 ovvero bassissimo e questo, in sostanza, significa che non solo non si accumula ma viene proprio espulso dai fanghi qualora ce ne siano. Quindi la biodegradabilità anaerobica è ottima nel senso che non si può nemmeno misurare dato che il tensioattivo NON è presente in ambiente anaerobiotico.

 

Tutti I test di tossicità su organismi acquatici danno valori superiori a 100 mg/L (per i molluschi è paria a EC50 (48 h) 570 mg/L) quindi non pericoloso per le forme di vita acquatiche.

 

Il sodio isetionato è formato dalla reazione dell'ossido di etilene con l'idrogeno solfito di sodio in soluzione

 

sodium isethionate formula

 

Quindi la sostanza non contiene nessun PEG come avviene per le molecole polietossilate. Questo permette di operare in soluzione e di poter adottare processi molto sicuri dal punto di vista della generazione di inquinanti.

Il reagente ossido di etilene non deve quindi essere demonizzato, esso infatti viene usato anche per la produzione di un conservante largamente utilizzato, il fenossietanolo che si ottiene facendo reagire una molecola di fenolo con una di ossido di etilene.

 

La storia racconta di una impresa israeliana che mise a punto la produzione di isetionato ma che la forma solida non gli permetteva di essere incisivi sul mercato. Ma in quegli anni, 70 – 80, cominciavano ad apparire i Syndet cioè i “saponi non saponi” che hanno avuto un discreto successo. Dopo un periodo di vendite unicamente in farmacia ecco che la moda del “no plastica” ha riportato in auge il tensioattivo. Il vantaggio di usare l’isetionato è duplice: è un tensioattivo estremamente delicato adatto quindi alla pelle dei bambini, per detergenti intimi e con il vantaggio di poter applicare il pH desiderato.

Il secondo vantaggio è che si usa un tensioattivo solido che si trafila bene e che quindi elimina o riduce grandemente la necessità di utilizzare sostanze grasse per “formare” la saponetta. Mettere del grasso assieme ai tensioattivi non mi sembra una grande idea. Poi i grassi consumano tensioattivi per emulsionarsi ma non lavano nulla, dove sta l’ecologia?

 

 Fabrizio Zago

 

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